Due-giorni dedicata alle Scienze della vita

https://www.uniupo.it/it/eventi/due-giorni-dedicata-alle-scienze-della-vita

Il 7 aprile l'Università del Piemonte Orientale ospiterà il convegno di studi "La regola e l’eccezione nelle scienze della vita". L’evento è patrocinato da Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri, dalla Società Italiana di Storia della Scienza, dalla BIOM (Società Italiana di Storia, Filosofia e Studi Sociali della Biologia e della Medicina), dall’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno del CNR, ed è organizzato in collaborazione con il CEIMS (Centro di Eccellenza Interdipartimentale di Servizi per il Management Sanitario dell’Università del Piemonte Orientale).

La giornata di studi "La regola e l’eccezione nelle scienze della vita" (Sala delle Colonne del Dipartimento di Studi Umanistici, ore 9-18, accesso sia da Viale Garibaldi 98, sia da Via Galileo Ferraris 109, a Vercelli) è coordinata a livello scientifico da Maria Teresa Monti, professore ordinario di Storia delle scienze e delle tecniche presso il Dipartimento di Studi umanistici; coinvolgerà docenti UPO e ospiti delle università di Ginevra, Londra, Lione e Trento.

Le relazioni in programma spaziano dalla ricerca in ambito medico alla genetica mendeliana, dalla filosofia alla botanica passando dalla storia delle scienze. Dopo l’introduzione del direttore del DiSUM Raffaella Tabacco i relatori saranno: Dario Generali (Edizione Nazionale Opere A. Vallisneri), Marc. J. Ratcliff e Bernardino Fantini (Université de Genève), Maria Teresa MontiMargherita Benzi e Irma Dianzani (UPO), Ariane Dröscher (Università di Trento). Alle ore 21, presso l’aula magna del Dipartimento, nella Cripta di S. Andrea, la professoressa Graziella Berta, già direttore del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica, terrà la conferenza dal titolo “La fitoiconologia: arte o scienza? Uno sguardo nel passato, alla ricerca di rappresentazioni fantastiche o naturalistiche delle piante”.

Leggi qui il programma completo.

L’8 aprile si terrà, sempre presso la Sala delle Colonne dell'Università del Piemonte Orientale, il congresso annuale della Société d'Histoire et d'Epistémologie des Sciences de la Vie. La Società di storia ed epistemologia delle scienze della vita si definisce un luogo di confronto, di istruzione e di innovazione rivolto a tutte le persone interessate alle scienze della vita, in particolare i docenti, i ricercatori nel campo delle scienze biologiche e mediche, gli studenti e in generale chiunque abbia interesse a capirne lo sviluppo storico, scientifico, sociale o filosofico. La Société ha una vocazione fortemente internazionale e accoglie membri di ogni nazionalità sin dalla sua fondazione nel 1993. Il programma dell’8 aprile – prima della parte tecnica rappresentata dall’assemblea generale e dal consiglio di amministrazione della Société d'Histoire et d'Epistémologie des Sciences de la Vie – prevede gli interventi di Céline Chérici (Université UPJV d’Amiens), Andrea Gambarotto (Università di Padova),Charles Galperin (IHPST), Olivier Perru e Brice Poreau (Université Claude Bernard Lyon 1), Ariane Dröscher (Università di Trento), Alessandra Passariello (Università di Roma La Sapienza) e Marta Licata (Università dell’Insubria).

Tutto il programma (leggi l'elenco degli interventi) si svolgerà nella Sala delle Colonne del Dipartimento di Studi umanistici.

"La dialettica di “singolare” e “generale” – spiega il responsabile scientifico degli evevnti Maria Teresa Monti – caratterizza la ricerca nelle scienze della vita conoscendo declinazioni varie e molteplici nell’arco temporale che salda moderno e contemporaneo. L’“eccezione” indica la singolarità irriducibile, che fa esplodere la possibilità della “regola”, se con essa s’intende la formula matematica che riunifica tutte le variabili e mette nel conto ogni parametro. La regola così concepita è la situazione ideale che si vuole ma non si consegue mai, ma può anche risultare ciò che non si può o forse non si deve raggiungere. È quest’ultimo il caso del canone ‘preteso’, di cui lo scienziato impara a diffidare, contrapponendogli l’approfondimento e l’iterazione delle serie sperimentali perché ne consegua una norma di validità altra e diversa. Per singolarità si può infatti intendere anche il particolare che produce l’articolazione della legge, la trasforma in regola dinamica e proprio per questo non la declassa, ma la rende più vasta e solida. Si moltiplicano in tal modo le situazioni limite, che prospettano la rottura, ma l’eccezione diventa ciò che spinge alla scoperta, determinando il ricercatore sia alla “prudenza”, di malpighiana memoria, sia all’apertura. La regola/‘buon metodo’ è infine ciò che assorbe l’eccezione, individuandovi – comunque ciò avvenga – l’opera della contingenza e stabilendo la trasparenza della singolarità. E non solo. La ‘finta’ singolarità, cioè l’eccezione riconosciuta e ridotta, diventa caso confortante la norma, al punto da poter essere finanche riprodotta nella narrazione post festum del percorso di ricerca. Essa è quindi l’artificio retorico spesso costruito a bella posta, giochi il ruolo possibile del dettaglio realistico, dell’errore superato o dell’inessenziale concreto e ben scelto".

Tipologia evento